La Trattoria La Noce celebra il suo centenario

Il 24 febbraio è la data prescelta per il festeggiamento ufficiale di questo compleanno centenario e sarà l’occasione per gli amici, la cittadinanza e le autorità di abbracciare i fratelli Tagliafichi e ringraziarli per quel loro solido attaccamento alle loro radici e per quel lavoro serio e quotidiano scandito per cento anni.

 

La nuova apertura negli anni '50
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Però è utile far raccontare come negli anni ‘50 questa fosse anche una trattoria di pesce d’acqua dolce: a quell’epoca il fiume Trebbia, distante poche centinaia di metri, era enormemente pescoso e donava in gran parte stricc’ ed alborèlle che si usava cucinare fritti per le merende della domenica ed in carpione per conservarli al meglio per il servizio durante la settimana.

Un altro virtuoso esempio di chilometro zero ante litteram era costituito dalla macellazione dei suini acquistati dagli agricoltori locali, che consentiva la produzione di salumi e carne fresca, oltre alla consuetudine di servire la gustosa e tradizionale frittura di maiale una volta alla settimana, solitamente al giovedì. Questa infatti era la frequenza dei tempi d’oro, durante i quali si macellavano nei mesi giusti (da novembre a febbraio) all’incirca da trenta a quaranta capi all’anno.

Infine un piatto che ora, proprio ad opera dei fratelli Tagliafichi e del comune, diviene una DECO (termine coniato dall’indimenticabile Luigi Veronelli ed acronimo di DEnominazione COmunale, una maniera semplice di riconoscere ed istituzionalizzare da parte dell’ente pubblico locale la ricetta di prodotto alimentare tipico): la polenta con i ciccioli. Anche qui c’è da raccontare una piccola storia, perché era usanza (continuata alla Noce sino a pochi anni fa) di mettere a disposizione dei clienti più affezionati gli strumenti di cucina e le materie prime necessarie per preparare loro stessi la polenta con i ciccioli da offrire a coloro che uscivano dai cimiteri dopo le celebrazioni dedicate ai defunti. All’esterno del locale si cucinava e su alcune panche si potevano sedere gli avventori, che pagavano solamente il vino e le materie prime. Questa usanza era molto diffusa ed in ogni quartiere di San Nicolò c’era una trattoria disponibile al servizio. Nello stesso giorno i fruttivendoli regalavano le castagne.

L'avvento del figlio Gino
storia trattoria la Noce Piacenza

Purtroppo Francesco mancherà ancora molto giovane nel 1931, e la moglie Alice si ritroverà ad affrontare il difficile futuro assieme al suo giovane figlio Gino. Quest’ultimo attraverserà la guerra e gli anni della resurrezione del paese attraverso il boom economico.

Nuove licenze

Nel 1927 si aggiunse la licenza per la vendita del pane, degli alimentari, del petrolio, della legna da ardere e per la macellazione dei suini.

Dalla passione di Alice a Francesco nasce la Trattoria La Noce, da allora la Tradizione continua
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Questa storia inizia con uno dei passi più importanti nella vita delle persone: il 15 novembre 1909 venne celebrato il matrimonio tra Francesco Tagliafichi e Anna Alice Clini, ed essi immediatamente aprirono la loro Osteria alla Noce (si dice che in quel luogo anticamente dimorasse un frutteto ricco di quella essenza) in un caseggiato ove vivevano anche altre famiglie dedite alla produzione dei Busslanèi, che venivano cotti nel forno a legna comune presente nella parte posteriore della casa, alternandosi un giorno con l’altro tra i diversi nuclei famigliari. Una stele posta dal comune dinanzi a quell’edificio ricorda quell’attività e quelle persone.

L’osteria invece offriva la mescita di vino, salumi, privativa di Sali e Tabacchi, nonché l’abbeveratoio e ristoro per i cavalli, in un tempo in cui i trasporti erano affidati principalmente ai carrettieri.